Acropoli
Santuario o opera di ingegneria militare?
Le mura dell'acropoli del Circeo furono realizzate con calcare locale in età medio repubblicana (III-II a.C.), recingendo un'area di circa due ettari entro una pianta a quadrilatero irregolare disposta lungo il ciglio del Monte. Le mura furono portate avanti per tratti rettilinei, con lunghezze che variavano a seconda della conformazione del pianoro.
La loro altezza sul lato esterno varia oggi a seconda della posizione, e restano conservate fino a un massimo di 6 metri presso il lato nord-ovest. Presso questa porzione, come quelle in cui si conservano significative tracce di alzato, risulta evidente la rastremazione verso l'alto, caratterizzata da un'inclinazione di circa 10 centimetri ogni metro.
La cinta muraria è fondata sulla roccia viva, sagomata in guisa di blocco per consentire la messa in opera del primo filare di pietre. La struttura delle mura è caratterizzata da due diversi trattamenti dei paramenti: quello esterno, realizzato secondo la cosiddetta "opera poligonale di III maniera" e usando blocchi di grandi dimensioni ben tagliati e levigati, ogni tanto caratterizzati da riquadri di anathyrosis, e quello interno, realizzato con pietrame di piccole e medie dimensioni, messo in opera così come era uscito dalla cava.
Dove le mura presentano uno spessore maggiore di quello dei due blocchi di cortina, specie alla base, si è ricorso ad un'inzeppatura di pietrame, ma in genere lo spessore dei blocchi basta a coprire l'intera distanza tra le due facce.
Acropoli
(foto di Archivio Parco Nazionale del Circeo)
Acropoli
(foto di Archivio Parco Nazionale del Circeo)