Il bosco sta male ma non si arrende
Insediato a Roma il Tavolo Tecnico per combattere lo Xylosandrus, il Parco capofila per studiare e slavare il bosco
( Sabaudia, 28 Novembre 2016 )Nella giornata di venerdì 25/11 si è insediato presso la sede della Direzione Regionale Agricoltura della Regione Lazio, in Roma, il Tavolo Tecnico promosso e convocato dall'Ente Parco per affrontare collegialmente il problema della ormai conclamata presenza dello Scolitide di origine esotica Xylosandrus compactus (un piccolo coleottero di pochi mm di lunghezza) nel territorio del Parco Nazionale. Al tavolo hanno aderito e partecipato, riconoscendo l'utilità e la necessità della proposta, tutti gli Enti coinvolti dal Parco in settembre per effettuare le prime valutazioni sullo stato di salute dei boschi del promontorio e della foresta demaniale: l'Università della Tuscia, con i dipartimenti di patologia vegetale ed entomologia, il CREA, con i rispettivi gruppi di ricerca in entomologia forestale e patologia vegetale, il servizio fitosanitario regionale e il corpo forestale dello stato, con l'UTB di Fogliano, il CTA di Sabaudia e il Comando regionale. Dall'incontro è emersa quindi la volontà di tutti gli enti coinvolti di sottoscrivere un Protocollo di intesa volto a favorire la collaborazione e la cooperazione sia nelle fasi di indagine e ricerca conoscitiva di un fenomeno che è nuovo negli ambienti naturali italiani, sia nel mettere in piedi iniziative volte al suo controllo e contenimento. Sostanzialmente, si tratta di proporre una vera e propria governance gestionale a più soggetti dell'emergenza, ipotizzando anche altri impegni sullo studio e salvaguardia del patrimonio naturale vegetazionale del Parco Nazionale del Circeo. In particolare, dagli esami effettuati sulla vegetazione del Parco Nazionale dai due gruppi di ricerca, quello dell'università della Tuscia e quello del CREA, è emerso che a preoccupare maggiormente sono le patologie vegetali portate dai funghi che gli insetti trasportano e che possono portare al deperimento della pianta, come si è potuto evidenziare nel settembre di quest'anno, con i vasti disseccamenti sul Promontorio. Fenomeno che, fortunatamente, appare oggi - sia pur senza troppi ottimismi - con buona resilienza e in parziale regressione (probabilmente dovuta ai ricacci delle essenze quercine presenti sul promontorio).
Inoltre, da alcuni campioni prelevati dal CREA emerge la presenza di un secondo scolitide esotico, lo Xylosandrus crassiusculus la cui azione, in sinergia con il già noto X. compactus, potrebbe avere gravi effetti sulla vegetazione del parco.
Dalle ricerche fin qui condotte emerge quindi la necessità di effettuare una approfondita valutazione dei rischi con le tecniche della "Pest risk analysis", attività che necessita alla sua base di una attenta attività di monitoraggio, sia con mezzi volanti (droni) che a terra. Di tutto questo saranno informati anche gli organismi competenti dell'Unione Europea. Parallelamente alle attività di studio, è emersa la necessità varare le prime misure di contenimento e di divulgazione della problematica, divulgazione necessaria al fine di non creare inutili allarmismi per un fenomeno che è stato subito attenzionato dalle autorità competenti e vede a lavoro alcune tra le principali autorità nazionali in materia e con un interesse scientifico manifestato anche da alcuni soggetti di ricerca internazionali.Per il futuro si aprono diversi scenari e possibilità, ma tutti necessitano, alla base, di uno studio approfondito e di adeguati mezzi di finanziamento che gli Enti in sinergia si adopereranno per trovare. E' stato infine deciso che per il Tavolo, per il quale il Parco svolgerà il ruolo di capofila, opererà una ristretta cabina di regia al fine di snellire e facilitare le azioni da svolgere.
Il promontorio del Circeo